La solidarietà non è un crimine! Per una modifica dell'articolo 116 della legge federale sugli stranieri e la loro integrazione
Signore e Signori i Parlamentari,
Sempre più spesso chi aiuta persone in situazione di bisogno si ritrova in tribunale con l’accusa di non aver rispettato l’articolo 116 della legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI) che proibisce l’aiuto all’entrata, alla partenza o al soggiorno illegali. Lisa Bosia, Norbert Valley o ancora Anni Lanz sono esempi emblematici dell’accanimento con il quale le autorità contrastano la solidarietà crescente verso i rifugiati in seno alla popolazione. Invece di rendere conto delle loro pratiche di rinvio più che discutibili, si servono del diritto penale per attaccare le persone che agiscono in maniera critica.
La solidarietà non è un crimine. Va incoraggiata, non repressa. Le politiche xenofobe dei governi europei comportano una forte precarizzazione di chi fugge, persone che si trovano in una situazione di grande incertezza e bisogno. In simili tempi, l’aiuto – a prescindere dai documenti – dovrebbe essere un atto dovuto.
Signore e Signori i Parlamentari, presto avrete un’opportunità per onorare la tradizione umanitaria svizzera e la memoria di personalità di cui possiamo essere fieri, come Paul Grüninger o Carl Lutz: sostenete l’iniziativa parlamentare 18.461 “Basta con il reato di solidarietà”, che mira a modifi care l’articolo 116 della LStrI “affinché la persona che presta assistenza non sia punibile se i motivi sono onorevoli.”
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